RIFORMA GIUSTIZIA / Proposte di riduzione delle ferie giudiziarie.

Il Governo riforma la Giustizia avendo come obiettivo la riduzione dei tempi dei processi per ottenere sentenze più rapide ed efficaci.

Ovvio che allora sia nel mirino la norma dell’art. 1 legge n. 742 del 1969 che recita : " Il decorso dei termini processuali relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative è sospeso di diritto dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione”.

Il termine attuale ( 45 giorni) appare ampio ed eccessivo, tuttavia va sottolineato che esso non si applica, nella materia penale,  a processi con imputati detenuti, e nel caso in cui la prescrizione del reato sia imminente il giudice può dichiarare l’urgenza del processo e derogare alla sospensione, mentre, nella materia civile  non si applica ai procedimenti  di sfratto o esecuzione e nella materia pena.

Tuttavia, va sottolineato che non si tratta di vere e proprie ferie, infatti i Tribunali non chiudono mai, ma di semplice sospensione del decorso del termine in un periodo feriale nel quale tra l’altro gli uffici pubblici  subiscono una ulteriore riduzione di personale e più difficile diventa l’espletamento della attività giudiziaria ordinaria.

Le proposte di modifiche che saranno portate all’esame del Parlamento sono due :

a) Sospensione dal 1 agosto al 25 agosto ( 25 giorni), 

b) Sospensione dal 1 agosto al 30 agosto ( 30 giorni),

invece degli attuali 45 .

Sicuramente  ci sarebbe una riduzione dei tempi di risoluzione dei processi, ma minima  come hanno avuto cura di sottolineare le associazioni di avvocati e magistrati.

Probabilmente, però, sarebbe anche più utile evitare dilazioni, nel periodo ordinario,  causate da  fattori diversi quali ferie  "dovute” a cancellieri o giudici o trasferimenti improvvisi di magistrati.