Rischia una condanna in sede penale chi viola la corrispondenza del coniuge, anche quella bancaria, per poi utilizzarla in una causa di separazione.
Lo ha stabilito la Cassazione che, con la sentenza n. 585/2014, pur prendendo atto della intervenuta prescrizione del reato di sottrazione di corrispondenza, ha boccato, sia pur limitatamente agli effetti risarcitori, il ricorso di una donna napoletana condannata per aver preso visione della corrispondenza bancaria, nella specie il contratto editoriale della società presso la quale lavorava l'ex coniuge, utilizzandola nella causa di separazione pendente davanti il Tribunale Civile di Napoli.