NECESSITA' di una FORMAZIONE SPECIFICA
nella MATERIA della ESECUZIONE PENALE
Il processo penale si conclude con la sentenza irrevocabile, ma in quel caso, molte volte, non si conclude il “procedimento” che riguarda la persona processata.
Infatti, se per il processato “assolto” le propaggini ulteriori sono limitate alla richiesta di risarcimento danni o alla riparazione per ingiusta detenzione (nel caso in cui abbia subito custodia cautelare), per il processato “condannato”, che non abbia beneficiato della sospensione condizionale della pena, si apre la fase , certo non di secondario rilievo, del tempo e del modo della esecuzione della sanzione penale.
A questo punto del procedimento il " condannato" non può essere abbandonato a se stesso ma deve essere assistito compiutamente, giacchè dal momento della emissione del titolo esecutivo al momento in cui lo stesso riacquisterà la completa libertà si svolgerà tutta la fase della applicazione della pena che, per la sua importanza, per la sua specificità e sopratutto per la sua completa "giurisdizionalità", necessita della presenza qualificata, costante e attenta del' avvocato difensore.
Un tempo, completato il processo, il difensore riteneva assolto il suo compito e la persona condannata veniva formalmente consegnata alla mano pubblica per la esecuzione della pena.
Quel tempo e' passato e tramontato inesorabilmente.
Oggi la specificità della materia e' nei fatti. Sarà sufficiente considerare la ampiezza e la unicità, nell' ambito del diritto penale, dei temi giuridici successivi alla irrevocabilità della sentenza, per rendersene conto.
Questioni che si aprono con la emissione del titolo esecutivo , tra le quali il cumulo e la fungibilità di pena, e successivamente con il variegato sistema delle misure alternative alla detenzione, proseguono con la previsione di forme speciali di detenzione ( come per esempio per i tossicodipendenti ed i soggetti affetti da immunodeficienza, le detenute madri e altro) ed ancora con le tematiche afferenti al procedimento di sorveglianza compreso il particolare sistema delle impugnazioni.
Vi è infine il pianeta “carcere” dove i diritti della persona ( ad un trattamento rieducativo, al rispetto della sua dignità, alla tutela della sua salute, alla segretezza della corrispondenza ecc..) devono essere comunque oggetto di tutela .
E dove vi è un diritto da difendere, lì per forza deve esserci il difensore!
La consapevolezza da parte dei condannati di vantare il diritto ad una detenzione umana e risocializzante, il formarsi negli ultimi anni di una consistente ed interessantissima Giurisprudenza CEDU in materia di diritti penitenziari, nonchè le problematiche relative alla esecuzione in ambito europeo ed internazionale (estradizioni, mandato di arresto europeo, possibilità per i detenuti stranieri UE di espiare la condanna nel proprio Paese prevista dalla legge 161/2010 ) completano un quadro variegato, complesso, e mutevole.
Tutto ciò non consente un approccio approssimativo alla materia.
E tanto, anche e sopratutto in considerazione del fatto che in questa fase del procedimento si discute e si dibatte di diritti fondamentali della persona detenuta, la cui tutela non può essere demandata a terzi, e non può essere assicurata se non con uno studio approfondito del sistema sanzionatorio e delle possibilità più teoriche che pratiche, a causa di costanti quanto irragionevoli controriforme restrittive, il sistema giudiziario offre per scontare una pena quanto più possibile a misura dell' uomo cui si rivolge.
Queste considerazioni hanno indotto la camera penale di Bari ad ideare ed organizzare un corso specifico di alta formazione sul diritto della esecuzione penale.
Il corso si articolerà in quattro moduli: esecuzione penale e titolo esecutivo, misura alternative alla detenzione, trattamento penitenziario, procedimento di sorveglianza.
Sono altresì previsti due convegni monotematici: l'uno sullo scottante argomento delle “situazioni di emergenza” che sfociano nell’applicazione del famigerato art. 41 bis, e l' altro sulle problematiche connesse al diritto alla salute ed alle cure mediche delle persone detenute.
L'iniziativa voluta fortemente dal Presidente della camera penale di Bari, avv. Egidio Sarno e dal sottoscritto quale coordinatore della commissione " carcere" in seno alla camera penale barese, ha incontrato subito l' entusiastico assenso dei magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Bari, ed in primis dal presidente f.f. Dott.ssa Giuseppina D'Addetta e del Provveditorato per l'amministrazione penitenziaria, rappresentata dal dott. Giuseppe Martone, nonchè della Università barese nella persona del prof. Leonardo Iannone docente di diritto penitenziario presso l' ateneo del capoluogo pugliese.
Insieme a loro abbiamo creato il comitato scientifico del corso.
Obiettivo della iniziativa e' quello di accrescere la preparazione specifica in queste materie da parte di tutti: penalisti, giudici, funzionari del DAP, che interagendo tra di loro faranno in modo di accrescere reciprocamente le proprie conoscenze.
Naturalmente, però, il corso è rivolto soprattutto agli avvocati che vogliano diventare difensori sempre più preparati in una materia così sensibile, quale quella che tocca il tema della libertà della persona umana e dei suoi diritti fondamentali nel momento espiativo.
Vale a dire il campo ove il penalista di razza deve versare le sue migliori energie.
Bari, l’14 marzo 2011 avv. Filippo Castellaneta ( camera penale Bari)