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PENALE/ Riforma custodia cautelare: occorre un cambio culturale, ma..

PENALE/ Riforma custodia cautelare: occorre un cambio culturale, ma..
PROCEDURA PENALE/ RIFORMA CUSTODIA CAUTELARE : percorso ad ostacoli

Dopo gli annunci dei mesi scorsi la riforma relativa alla custodia cautelare sembra stagnare e, quel che è più preoccupante, si registrano passi indietro in tema di garanzie dei cittadini e di eguaglianza nella applicazione della legge.

L’intento che muove il governo è sempre quello di limitare il carcere al fine di dimostrare all’Europa che le nostre carceri "sarebbero” "non disumane”.

Mentre, sarebbe stato preferibile varare una riforma organica e sistematica del carcere preventivo.

Le ultime notizie parlano di una proposta di legge da calendarizzare non prima di giugno  e che preveda:
1)-responsabilità disciplinare delle toghe in caso di ritardo nell’invio ( da parte del PM) degli atti al Tribunale del Riesame, e nel caso di ritardo ( da parte dei giudici) nel deposito della ordinanza  del riesame, con conseguente decadenza della misura;
2)- carcere preventivo obbligatorio per il reato di narcotraffico;
3)- impossibilità del ricorso alla custodia ( anche domiciliare) nella ipotesi in cui si preveda che all’esito del giudizio l’esecuzione della pena possa essere sospesa ai sensi dell’art. 656 comma 5 ( cioè se la pena da irrogare, sarà, prevedibilmente, inferiore a 3 anni).

Le critiche non mancano :
*Il termine per invio degli atti da parte del PM al Tribunale del Riesame c’è già e prevede la decadenza della misura ( che può essere riproposta);
*La Corte Costituzionale ha già stabilito, nel 2011,  che prevedere il carcere preventivo obbligatorio per gli indagati del reato di associazione finalizzata al narcotrafico, come per altre categorie di reati gravi, è illegittimo. Bisogna, dice la Consulta, valutare caso per caso.
* La previsione della pena da irrogare al termine di un processo è una valutazione difficile da formulare in sede cautelare quando il quadro è ancora parziale e la difesa non ha avuto ancora la possibilità di intervenire né di far valere le sue strategie.

L’impressione è che il Governo non ha le idee chiare e vuole bilanciare interessi opposti invece di procedere ad un cambio culturale e ritenere davvero non colpevole l’imputato fino alla sentenza definitiva.
Meglio sarebbe prevedere una riforma che preveda il carcere solo in caso di accertata e grave  pericolosità.

Staremo a vedere cosa ne verrà fuori.

A cura della redazione di www.modernlaw.it  ( studio legale associato Castellaneta, D’Argento & partners. MILANO).