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PENALE/ Corretta imputazione: parlare subito o tacere per sempre!

PENALE/  Corretta imputazione: parlare subito o tacere per sempre!
PENALE / La qualificazione esatta del reato va contestata subito. O mai più.

" Chi  sa parli ora o taccia per sempre ".

E’ questo il senso metaforico del pronunciamento della Corte di Cassazione che con sentenza n. 32351 depositata il 22/7/14  ha affermato, ribadendo un concetto noto, che la contestazione circa la formulazione del capo di imputazione  deve essere effettuata in maniera perentoria dal difensore dell’imputato alla prima occasione utile ( udienza preliminare dinanzi al GIP o udienza dinanzi al Tribunale in caso di citazione diretta a giudizio o processo per direttissima).

Il fatto : l’imputato, accusato e condannato dal Tribunale per una ipotesi di violazione edilizia, ricorre per Cassazione affermando che l’abuso edilizio doveva essere inquadrato in una categoria meno grave rispetto a quella inizialmente prospettata dal Pubblico Ministero, e che, soprattutto, la mancata riqualificazione del reato aveva impedito la possibilità di oblazione del reato.

Come è noto la oblazione ( prevista dagli articoli  162 e 162 bis c.p.) prevede che per i reati puniti con la pena dell’ammenda,  l’imputato possa chiedere di pagare un terzo ( o la metà a seconda dei casi)  della somma  massima  prevista come ammenda ed estinguere il reato.
Inoltre l’art. 429 lett. c) prevede che il decreto che dispone il giudizio deve contenere, a pena di nullità,  l’enunciazione, in forma chiara e precisa del fatto, delle circostanze aggravanti e di quelle che possano comportare l’applicazione delle misure di sicurezza, con l’indicazione dei relativi articoli di legge.

Il difensore dell’imputato ha il dovere, se ritiene non corretta la qualificazione  giuridica del fatto reato espressa dal PM attraverso il capo di imputazione, di opporsi immediatamente e chiedere la nullità del decreto di citazione a giudizio.

La Corte di Cassazione ha confermato tale orientamento affermando che :
" Ove la qualificazione del fatto integri un reato la cui pena edittale non consente il procedimento per oblazione è onere dell’imputato sindacare la correttezza della qualificazione stessa investendo il giudice di una richiesta specifica con la quale formuli istanza di oblazione in riferimento alla qualificazione giuridica del fatto che ritenga corretta”.

A cura della redazione di www.modernlaw.it ( studio associato Castellaneta-D’Argento Milano). 
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